martedì 17 novembre 2009

Treasure: un tesoro (non troppo) nascosto... [Parte Prima]


I retrogamer più navigati non potranno che avere un brivido al solo suono della parola Treasure.

Il perché è presto detto: si tratta di uno team di sviluppo ormai entrato nella leggenda.
Nato nel 1992 da ex-impiegati della Konami, i Treasure si sono imposti sul mercato videoludico a 16 bit con delle vere e proprie perle, destinate a contribuire alla grandezza della Sega Corporation e alla storia del Megadrive. Si tratta di capolavori come Dynamite Headdy, il rarissimo Alien Soldier e Gunstar Heroes.

Con il succedersi delle generazioni videoludiche, i Treasure hanno dato vita a capolavori del calibro di Radiant Silvergun, Guardian Heroes (Sega Saturn), che poi è stato l'unico vero motivo per cui ho deciso di recuperare a tutti costi la suddetta console a 32 bit,
Ikaruga (Sega Dreamcast, Nintendo GameCube, Xbox Live Arcade), il più recente Gradius V (2004, Sony Playstation 2) e altri titoli per le portatili Nintendo (come Bleach su DS o Guardian Super Heroes per Gameboy Advance).

Il mio primo approccio con Treasure avvenne qualche anno fa, quando trovai al supermercato, in un espositore della Microforum, la quinta iterazione della saga di Gradius, a me nota grazie a qualche clone giocato su Commodore 64, dato che non ebbi la fortuna di possedere il NES, durante il boom dei sistemi a 8 bit.

Ancora una volta devo ringraziare la community e il sito stesso di Retrogamer.it, dato che la recensione del suddetto titolo mi ha fatto conoscere, ed amare, questa software house, di cui ho potuto recuperare il grande Gunstar Heroes, anche se in edizione Classic Collection (assieme ad Altered Beast, Alex Kidd e Flicky's Island) a causa di una scarsissima trasparenza da parte di Mr. Webb di Consolegoods.co.uk (da cui, a questo punto, vi sconsiglio di comperare...).

Ma va bene anche così, in fondo: l'importante è giocare ed amare questo capolavoro immenso (grazie anche al mitico Giulio "Radical Dreamer" Palermo per avermi suggerito l'acquisto di questo gioco) che, tra l'altro ho terminato qualche giorno fa.

Anzi, il termine esatto è "divorato": non mi succedeva da anni di mettermi alla console alle 15.00 del pomeriggio di un Sabato pigro e sonnolento (per una volta senza impegni di lavoro!) e terminare, soddisfatto e appagato, alle 18.30 davanti ai relativi titoli di coda...

Il gioco è qualcosa di indescrivibile: uno shooter d'azione, un pò un ibrido tra un platform e un picchiaduro a scorrimento dove, però si spara e si fanno le prese di judo, Gunstar Heroes è un tripudio di esplosioni, colori, suoni, sensazioni, di fondali in parallasse ricchi di dettagli e suggestioni dettate da un mondo futuristico contaminato, forse, dal fantasy (il primo livello boscoso con tanto di nanetti-folletti che corrono di qua e di là), di musiche incalzanti che scandiscono alla prefezione il ritmo forsennato di gioco.

I power-up sono l'emblema della genialità del titolo e dei suoi autori: si possono portare due tipi di sparo alla volta che, però possono essere combinati tra loro per un effetto ancora più devastante. Ad esempio combinando il laser blu con i proiettili verdi ad inseguimento, si ottiene un fascio che si concentra sul singolo nemico (dopo avegli dato la caccia per lo schermo) fino alla sua disfatta, per poi andare a focalizzari sul bersaglio successivo: geniale!

I boss, tranne qualche piccola eccezione (Green alla fine del gioco, ad esempio che si rivela fin troppo semplice e, se vogliamo, noioso da sconfiggere) sono impegnativi, ma non troppo frustranti: sconfiggerli sarà possibile, una volta compreso il loro punto debole o imparato il loro pattern d'attacco.

Il character design, dal sapore vagamente manganime, è arricchito da sfumature umoristiche (il generale, che ricorda Bison di Street Fighter II è un vero frolloccone!) che rendono il gioco ancora più godibile.

Stupenda poi, verso la fine, la fase a bordo di un'astronave: dichiarazione d'amore, da parte di Treasure, ad un genere che ha decretato la loro fortuna e ha garantito loro un posto d'onore nella storia del medium videoludico.

Un gioco grandioso, insomma, di cui il buon Luca "Tetsuo" "Postinopazzoide" Abiusi ha scritto meglio di quanto abbia fatto io finora. Vi consiglio di leggere la sua recensione e, in generale, tutto Retrogamer.it, un sito completo che farà la gioia di tutti i retrogamers d'Italia!

Vorrei poter dire di aver giocato a molti titoli Treasure ma, purtroppo, non è così.
In attesa di potermi godere a fondo Guardian Heroes, tempo e lavoro permettendo, vi do appuntamento alla seconda parte, dove vi racconterò un pò delle emozioni che mi ha regalato l'immenso Gradius V!

3 commenti:

Chrono256 ha detto...

Bell'articolo! Ma non dirmi che non hai ancora giocato Dynamite Headdy...
Continuando con i platform, la Treasure ha anche sviluppato Mischief Makers per N64 (mai giocato, ma pare essere eccellente) e Silhouette Mirage a cui feci una breve partita ma non mi prese più di tanto, nonostante in giro sembra sia considerato strepitoso.
E rimanendo in questo periodo, non dimentichiamoci di Sin and Punishment e Bangai-O!

Probabilmente la Treasure è la software house con la media qualitativa più alta di sempre.

Boh ha detto...

Grazie Chrono! :D

In effetti Dynamite Headdy l'ho giocato sulla Megacollection su Xbox360 e mi ha divertito da matti...

Tra l'altro la sezione nel Black Palace di Gunstar Heroes, con il gioco dei dadi, mi ha fatto pensare ad alcuni schemi di DH...

Aripug ha detto...

E' sempre un piacere leggere articoli di questa fattura...
Complimenti!
Ari