martedì 25 gennaio 2011

Come fly with me...


Certe memorie si perdono nei meandri della quotidianità.
E' inevitabile: le vicissitudini di tutti i giorni, le preoccupazioni, l'affrontare i piccoli e i grandi problemi che la vita ti mette davanti; e così finisci col dimenticare certe cose, certi sogni, certe idee che ti hanno accompagnato nel tuo cammino di crescita.

Avevo dimenticato del tutto, ad esempio, che da ragazzino volevo diventare un pilota dell'areonautica militare.
Adoravo i caccia, sognavo di sfrecciare nel cielo a bordo di uno di questi mostri volanti e non perdevo occasione per immaginare come doveva essere stare agganciati al seggiolino di un F-14 Tom Cat o di un F-15 Strike Eagle.

Poi, complice la statura al di sopra dei limiti d'ammissione, la miopia e, forse, anche la paura di trasformare un sogno in realtà, lasciai perdere...



In TV guardavo, ogni volta che li trasmettevano, quei film a tema come Aquila d'Acciaio (1 e 2), Top Gun, Fire Fox Volpe di Fuoco col mitico Clint Eastwood, mentre grazie a mio padre (anche lui appassionato), potevo giocare con i simulatori della Microprose che a quei tempi erano il mio unico modo di continuare a sognare il volo supersonico.

F-117A e F-15 erano i miei preferiti, su cui ho speso ore e ore volando sul Medio Oriente immaginario, abbattendo caccia nemici e bombardando strutture militari: era una goduria guardare il cielo al tramonto, le luci delle città, mentre il rassicurante fischio dei motori mi accompagnava nel tragitto dalla portaerei all'obiettivo da eliminare.

Gli anni passano per tutti e, come spesso accade, gli strati di polvere tendono a ricoprire anche i sogni più ostinati e, dunque, questa passione è passata nel dimenticatoio.

Restava ancora qualche barlume in una breve parentesi di modellismo statico: assemblavo e dipingevo modellini di Caccia della Seconda Guerra Mondiale, ma a breve anche questa cosa finii come era cominciata, anche perchè, diciamolo, non ero un granchè come modellista...

Mio padre, dal canto suo, negli ultimi anni, si appassionò sempre di più del Microsoft Flight Simulator, cosa che aveva amato fin da quando tornò dagli Stati Uniti (ricordo un vecchio manuale di una delle primissime versioni che sfogliavo incuriosito, ma di cui non trovai mai i dischetti): si comprò addirittura uno stick Sidewinder e lo osservavo divertito mentre, tutto compiaciuto, andava a spasso per i cieli col suo Cessna, stesso aereo su cui un suo amico perse la vita molti anni fa (e forse per questo la passione restò solo virtuale).

Magari avrò rimosso questi ricordi proprio perché mi fanno pensare a lui, non so. Però sta di fatto che sono anni che non tocco un flight simulator e ho pure buttato via tutti i modellini (rovinatisi nel trasloco), tranne una scatola di un jet civile ancora da montare. Si tratta di un regalo di Natale che feci a mio padre qualche anno prima che se ne andasse. Avrei voluto che fosse il pretesto per ricucire qualche strappo nel nostro rapporto. Peccato che sia finita così.
Non ho avuto mai il cuore di buttarlo. Anche l'altro giorno, mentre sistemavo la stanza, l'ho ripreso dal sacco dell'immondizia dove l'avevo riposto poco prima: mi sentii troppo male all'idea di separarmene, anche se credo che non lo monterò mai.

Il ricordo di cui sto scrivendo si è riacceso perchè, la settimana scorsa, ho trovato Ace Combat 4 per Playstation 2 in un negozio di videogiochi usati di un mio conoscente, ad un prezzo davvero stracciato: all'inizio non mi sentivo tanto convinto dell'acquisto, non saprei dire perché... forse perché stavano già affiorando dei ricordi, ma non ne sono certo.

Fatto sta che in una settimana l'ho finito e il gioco mi ha esaltato da morire.
Inutile dire che è stato spettacolare dall'inizio alla fine! La grafica, la storia, la giocabilità: ho trovato questo gioco Namco davvero fantastico.
Devo ammettere che conoscevo Ace Combat solo di fama (avevo provato solo la demo del 6 su Xbox 360) e grazie a Radiogame che, all'interno dell'episode 004 ha trasmesso qualche brano tratto dal secondo capitolo.

Adesso voglio rimediare. Li voglio tutti.
E una parte di me è tornata al suo posto: anche se oggi volare mi mette sempre strizza, quantomeno posso farmi un giro nei cieli della mia immaginazione.

Spero che mio padre stia facendo altrettanto.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A me piace come scrivi su questo blog...

Bravo HellCiccio.

Jethro%

Boh ha detto...

Grazie Jethro%! :)

dott_stilo ha detto...

Questo post mi ha colpito profondamente. Scrivi davvero bene.

P.S. ho ace combat 3 electrosphere, se ti può interessare... mandami PM sul forum...

dott_stilo

Valerio Mastrangeli ha detto...

Vedo che c'è un'altra bella passione che ci accomuna :-)
Anche io da ragazzo sognavo la stessa cosa, ma per altri motivi non ho potuto superare l'ammissione... sigh :-)
A parte questo, ho sempre coltivato con grande interesse la mia passione per l'aviazione militare, soprattutto tramite modellini (statici) e videogiochi. Non avendo console non ho mai giocato ad Ace Combat(ma mio fratello sì), in compenso sono cresciuto con Falcon 3.0, Falcon 4.0, Flight Simulator e altri simulatori per pc molto belli... :-D

Hien ha detto...

Bel post, davvero ben scritto e soprattuttto sentito. Anch'io amo gli aerei militari, da quando da piccolo mi avevano regalato un modellino di Tornado :) Da quel momento in poi ho giocato quello che ho potuto come simulazione o arcade (limitata disponibilità economica permettendo).
La serie di Ace Combat è stata una grande scoperta e mi piacerebbe recuperare gli episodi che mi mancano, un giorno. La serie non è esente da difetti, ma è realizzata con passione e quel tocco così nipponico... Gasa perché oltre ad essere spettacolare, ti dà quel senso di dominio assoluto sul campo di battaglia, ci sono anche le storie degli altri piloti ma in fin dei conti l'eroe che cambia la storia sei solo tu!

Hien