sabato 7 luglio 2012

L'irrestistibile richiamo di Hyrule

Fonte MobyGames.com

Questa volta ho battuto ogni record!
Sei mesi di inattività su My Games Corner: vuoi per gli impegni, vuoi per pigrizia, ma mezzo anno è andato via così, tra alti e bassi, acquisti compulsivi e compagnia cantante e non una sola parola scritta sul blog. Eppure i videogiochi sono stati piuttosto presenti nel corso di questo "blackout"... dopo aver finito con soddisfazione il capolavoro Xenoblade Chronicles sul Wii (mai avevo usato così tanto quella console!) ho preso una specie di "pausa" dai videogiochi più impegnativi. Eppure ho continuato a videogiocare, soprattutto su PC via Steam e ad alimentare la mia passione sia con un pò di acquisti vari, di cui parlerò in altri post, che continuando a frequentare con una certa assiduità il gruppo Facebook Videogiocatori Figueiri fondato da Mario "Radiogame" Morandi, dove ho modo di scambiare opinioni e leggere interessanti discussioni intrattenute da un'utenza molto attiva e competente. Vi consiglio di farci un salto.
Proprio su questi lidi, qualche giorno fa, mi imbatto in un inquietante episodio di Creepy Games, una serie di video su Youtube realizzati dai ragazzi di Parliamo di Videogiochi, web magazine che senz'altro conoscerete: il video in questione racconta la storia di Ben Drowned che vede come protagonista una cassetta di Zelda Majora's Mask... indemoniata!
Su BEN preferisco non dilungarmi, voglio lasciarvi il piacere (?) di scoprire da voi la vicenda in questione e, magari, di approfondirla seguendo le indicazioni di Fraws ed Ellino, però posso dire che il video mi ha messo una gran voglia di giocare a Zelda.
Non possedendo (ancora) Majora's Mask (che prima o poi scaricherò dal servizio Virtual Console), mi sono proprio oggi gettato a capofitto su Ocarina of Time, di cui possiedo l'edizione GameCube inclusa nella limited di Wind Waker.

Dopo ben quattordici anni, finalmente, mi ritrovo a vagare per il regno di Hyrule, in una delle versioni più belle di Zelda di tutti i tempi. 
L'unica occasione che ebbi di giocare ad Ocarina, quando uscì, fu a casa di un cugino palermitano, fortunato possessore del Nintendo 64, e già allora, in quella breve sessione, rimasi rapito da un gioco che riusciva ad essere epico e fiabesco allo stesso tempo e oggi, a quasi tre lustri di distanza, l'atmosfera magica che permea questo gioco è incredibile. Ad un tratto sono tornato bambino, spensierato e felice, girovagando per il castello di Hyrule alla ricerca della principessa Zelda, cercando di evitare le guardie di pattuglia nel giardino.
Il richiamo di questo gioco è stato fortissimo negli ultimi giorni e, malgrado gli impegni lavorativi e la stanchezza (nonchè un caldo che mai come ora sto soffrendo), perdermi qualche ora nel gioco è stato fantastico.

Rischiavo di perdermi un gioco meraviglioso, dato che è da anni che la limited di Wind Waker fa bella mostra di sè nella mia collezione e che non mi ero ancora deciso a giocarlo. Per fortuna il richiamo è arrivato e io non ho potuto che assecondarlo.
Il tema dell'Hyrule field, presente anche nell'episodio 001 della prima stagione di Radiogame assieme al tema della Gerudo Valley, mi ha fatto tornare indietro a quei giorni in cui, andando a lavoro a piedi, il Radioshow Videoludico Definitivo mi faceva compagnia quotidianamente, facendomi sognare, scoprire nuovi titoli e ricordare momenti felici, apparentemente perduti fra le sabbie del tempo.

Temevo quasi di aver perso la capacità di emozionarmi davanti ad un capolavoro, ma Ocarina of Time mi ha smentito e mi ha ricordato di quanta magia si è persa negli anni e quanto sia diventata rara l'uscita oggi di capolavori come quelli che hanno segnato la mia infanzia e la mia adolescenza.

Da una parte, forse, essere arrivato a questo gioco oggi, a trent'anni, con maggiori consapevolezze e più "maturità" rispetto 14 anni orsono, è stato un bene: potrò godermi Ocarina forse con più cognizione di causa... eppure non ne sono del tutto convinto... ma purtroppo qui suonare l'ocarina non ha alcun effetto... non si può tornare indietro, ma soltando guardare avanti, con il proprio bagaglio di ricordi e di rimpianti...

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